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Parco delle Muse e delle Ninfe: itinerari nelle terre di Vallefoglia

Esistono modi diversi di guardare un territorio e sicuramente l’immaginazione è imprescindibile per tutti: anche per il geografo, il naturalista, lo storico, il geometra, il poeta, l’antropologo o l’artista.

Il Parco delle Muse e delle Ninfe è un progetto di lettura del territorio, un filtro attraverso cui guardare il paesaggio, cercando  di combinare diversi sguardi, legandoli stretti col filo della immaginazione e della poesia. Non con la fantasia, ma partendo  dalle tracce lasciate dai tanti personaggi e dalle numerose vicende delle terre di Vallefoglia, che creano continui rimandi tra un luogo e l’altro. 

A causa della trasformazione del territorio, oggi non siamo in grado di leggere l’antica armonia, ma essa è rintracciabile in numerosi temi che permettono ogni volta percorsi nuovi, anche attraversando gli stessi luoghi.

Il baricentro del Parco sposta l’attenzione dai due principali centri di Pesaro e Urbino all’area di Vallefoglia e si espande verso i due estremi della provincia. 

Il tema dominante che rende possibile far risuonare l’intera vallata  della sua antica unità è quello delle Muse e delle Ninfe. Le ritroviamo a Pesaro, a Sant’Angelo in Lizzola, a Urbino. Sono muse o ninfe a seconda del contesto culturale. Ma guardando Vallefoglia con i loro occhi è possibile raccontare di terre in cui le attività di umana sapienza, l’arte, la poesia  e la natura hanno trovato un equilibrio ancora oggi percepibile, persino nei luoghi devastati dalla guerra o trasformati dal progresso. 

Le rintracciamo dunque nell’arte e nella poesia ma egualmente nella natura: il paesaggio e l’acqua sono stati per questo individuati come ulteriori temi in cui le Ninfe e Muse vivono e si manifestano, permettendo un confronto con chi il paesaggio lo ha osservato e “ritratto” in passato: Mingucci e Liverani. 

Sono temi  dominanti in tutto il territorio ma anche destinati a  lasciar spazio a molti altri. 

Come l’andamento del nastro della musa Clio, la Musa della Storia, di Giovanni Santi, seguiamo il movimento del fiume Foglia e le tracce dell’acqua (in cui le Ninfe vivono), per comprendere come la storia della valle del Foglia muti sì il suo corso e il suo paesaggio, ma trascini con sé riferimenti culturali immortali.

A destra: La musa Clio, la musa della storia, dipinta da Giovanni Santi intorno al 1485-90, sta in piedi davanti ad una roccia; è legata alla natura. Nella versione poi collocata nel Tempietto delle Muse nel Palazzo Ducale di Urbino ( e oggi a Palazzo Corsini a Firenze) ha perso il nastro svolazzante, presente invece nella versione a disegno. A sininstra: Versione a penna oggi a Londra (Royal Collection). Abbiamo immaginato che il movimento del nastro della Musa fosse come quello del fiume che attraversa la valle del Foglia e unisce cultura e natura, storia e leggende.

Partite da questa pagina per scoprire i luoghi e gli itinerari.

[prima pubblicazione 20 Marzo 2019]

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Natura Vallefoglia

Una mappa dell’orizzonte per scoprire il parco delle Ninfe e delle Muse a Colbordolo

Se foste un uccello e poteste salire sulla cima del campanile della chiesa di Colbordolo potreste affacciarvi su un panorama senza fine: a sinistra la Romagna con i suoi monti che raccolgono i limiti del Montefeltro, il Monte Titano e poi giù giù fino alla costa con lo sguardo che si spinge fino a Cesenatico e poi raccoglie le acque dei fiumi e torrenti che attraversano Rimini, Riccione, Cattolica, Gabicce, l’erta improvvisa del San Bartolo e poi la foce del fiume Foglia con Pesaro fino all’inizio dell’Ardizio nascosto dal Crinale di Villa Fastiggi.

E poi su su risalendo la valle del Foglia e poi quella del torrente Apsa spostandovi lungo le colline che incontrano Sant’Angelo in Lizzola, Coldelce, Petriano e che prima di incontrare il Monte di Colbordolo mostrano da lontano le cime più lontane e innevate fino a primavera del Monte Catria. 

No, non avete le ali di un uccello ma questi panorami, il gioco del vuoto e del pieno di campi coltivati e di raccolti, di paesini sparsi sulle morbide colline che circondano le valli operose e frettolose potete goderli allo stesso modo, semplicemente affacciandovi a destra e sinistra di questa terrazza che parte poco fuori dell’edificio del centro Giovanni Santi di Colbordolo e prosegue fino al lati della navata della Chiesa San Giovanni Battista permettendovi di ricostruire, punto dopo punto, il paesaggio che vi abbiamo descritto e chi vi mostriamo con l’installazione realizzata con il prezioso aiuto di Mario Santini.

Fotografatevi i due lati di questa installazione e poi collimatela sull’orizzonte con il vostro telefono: ritroverete nomi e luoghi sotto la diversa luce del giorno e il cambiamento della stagione. Il lato che guarda la Romagna fino a Pesaro potete confrontarlo con il paesaggio sul lato sinistro della chiesa, il lato che guarda la valle da Pesaro su fino al Montefeltro lo potete confrontare con il paesaggio che si ammira dal fianco destro della chiesa oltre le case di Via Roma.

Un terzo lato di questo immaginario triangolo potete regalarvelo dal castello di Colbordolo con il pannello che vi stiamo preparando e che vi aiuterà a conoscere tutto l’orizzonte del Parco delle Muse e delle Ninfe.

Scoprite le altre tappe del Parco Delle Muse e delle Ninfe partendo da questa pagina di Almaloci.