Il walkscape Le storie ritrovate di Sant’Angelo in Lizzola fa parte di un progetto più ampio che lega Welfare Culturale e Territorio. Il video ci mostra una visione globale dell’iniziativa che ha coinvolto Pergola e Vallefoglia.
Pensare in una ottica di welfare culturale significa cercare un nuovo modello integrato di promozione del benessere degli individui e delle comunità. Un percorso di arricchimento sociale portato avanti attraverso pratiche fondate sulle arti visive, le arti performative e su una fruizione consapevole del patrimonio culturale.
Il Welfare culturale si fonda sul riconoscimento, sancito anche dall’ OMS, che alcune specifiche attività culturali, artistiche e creative, siano efficaci come fattore di promozione della salute. Un efficace strumento per il contrasto alla povertà educativa, al decadimento cognitivo, e che aiutino processi di inclusione sociale e supportino la relazione tra medico e paziente. La cultura fa bene alla salute!
In questi anni Almaloci.com in collaborazione con Etra entra nell’arte, Archivio Stroppa Nobili, Archivio di Stato, Biblioteca Oliveri, amministrazioni comunali e tanti enti e associazioni ha lavorato nella provincia di Pesaro e Urbino per mettere a disposizione di tutti i suoi lettori in maniera gratuita percorsi e walkscape per camminare nell’arte, nella storia e nella natura con l’ausilio di immagini e podcast che completassero, anche in differita i racconti e le spiegazioni degli eventi “dal vivo”.
Accedere a tutte le nostre pagine è semplice sia dal menu del sito selezionando la città che può essere Pesaro oppure uno dei comuni limitrofi facilmente raggiungibili dalla città per un tour in bici, in auto o ancora a piedi una volta raggiunta la località.
Approfittiamo di questa pagina per riassumere i percorsi che si possono compiere in perfetta autonomia partendo da ogni capitolo di Almaloci: basta selezionare la località nel menu in alto.
Com’era Pesaro ai tempi di Rossini? A questa risposta possiamo rispondere facilmente perché in quell’arco di tempo, per periodi più o meno ravvicinati, Romolo Liverani, scenografo e vedutista di gran talento, ha disegnato Pesaro e il suo territorio con una certa sistematicità.
Si tratta di una documentazione preziosissima che, con spirito teatrale (connaturato alla nostra storia cittadina) ci mostra una Pesaro ormai scomparsa o solo in parte sopravvissuta. Tutto questo è naturalmente arricchito da altre documentazioni provenienti dagli archivi inesauribili della Biblioteca Oliveriana e da altre fonti. [Prima pubblicazione di questo articolo 2018]
Era un giorno di fine primavera del 2016 forse in un’altra era di questa terra, prima delle guerre, prima di quei tempi e di quelle parole sinonimo di isolamento, prima di un mondo sempre più chiuso e diviso che sempre più facciamo fatica ad identificare con quello che un giorno avevamo pensato di aver conquistato.
Dopo aver progettato con Antonella un evento speciale per tenere fede al motto dell’associazione Etra, “entra nell’arte”, con mio figlio Enrico partiamo da Montecchio per un viaggio nell’universo dello scultore Giuliano Vangi, dall’altra parte dell’Appennino, ai bordi dell’altro mare sul lato opposto d’italia.
Alla fine del nostro percorso attraverso una Versilia ancora addormentata in attesa della bella stagione arriviamo alla periferia di Pietrasanta, dove Vangi, da tempo cittadino pesarese, possiede un’altra casa ed un’altro spazio per le sue attività di scultore.
Ci aspettiamo una sorta di atelier, uno spazio speciale, elegante, dove l’artista modella le sue creazioni e invece ci troviamo di fronte ad un capannone dall’ingresso ben curato con quest’uomo dagli occhi curiosi che si presta a recitare una piccola scena di benvenuto con il suo simpatico accento del Mugello ancora ben presente.
Dietro la porta si spalanca un universo: è un piccolo edifcio industriale e anche le pareti di grigio cemento dell’interno rispettano le premesse ma subito ti rendi conto di essere di fronte ad un enorme scrigno di tesori, materiali, colori, forme o se vogliamo sogni, idee, pensieri solidificati in sculture e dipinti.
L’ex ospedale psichiatrico San Benedetto rappresenta una risorsa di memorie e un potenziale recupero. Il walkscape ruota attorno alla sua storia, a quella dei suoi pazienti e alla presenza virtuale dell’esperienza manicomiale terminata con la legge Basaglia che celebra quest’anno il suo quarantesimo anno dall’attuazione.
Scopriamo attraverso immagini di repertorio concesse dalla Biblioteca Oliveriana e documentazione fotografica di Roberto Vecchiarelli quel che oggi non si può più vedere vista anche l’impraticabilità dell’edificio per ragioni di sicurezza.
Il viaggio virtuale consiste anche in una colonna sonora a cui potete accedere cliccando sull’immagine qui sotto: il Soundwalk è stato realizzato dal laboratorio LEMS del conservatorio G. Rossini di Pesaro – Thomas Spada. Utilizzate il pulsante “Listen in Browser“. E’ consigliato l’ascolto in cuffia.
[Prima pubblicazione di questo articolo: 2018]
La famiglia Perticari viveva a Pesaro ma a Sant’Angelo in Lizzola aveva una residenza di campagna. Nella villa vi era un parco, ancora oggi fruibile, nel quale Giulio Perticari con la moglie Costanza Monti, con Gioacchino Rossini ed altri loro amici si intrattenevano recitando, suonando, leggendo e scrivendo.
Da tempo Almaloci ha trasformato alcune delle guide testuali dei suoi Walkscape in Podcast da ascoltare sul proprio telefono mentre si scorrono le mappe e le immagini durante le visite sul territorio. Ora potete accedere ai Podcast sia Smartphone che computer e pure sui dispositivi Amazon Echo con Alexa grazie all’arrivo dei Podcast su Amazon Music.
Se foste un uccello e poteste salire sulla cima del campanile della chiesa di Colbordolo potreste affacciarvi su un panorama senza fine: a sinistra la Romagna con i suoi monti che raccolgono i limiti del Montefeltro, il Monte Titano e poi giù giù fino alla costa con lo sguardo che si spinge fino a Cesenatico e poi raccoglie le acque dei fiumi e torrenti che attraversano Rimini, Riccione, Cattolica, Gabicce, l’erta improvvisa del San Bartolo e poi la foce del fiume Foglia con Pesaro fino all’inizio dell’Ardizio nascosto dal Crinale di Villa Fastiggi.
E poi su su risalendo la valle del Foglia e poi quella del torrente Apsa spostandovi lungo le colline che incontrano Sant’Angelo in Lizzola,Coldelce, Petriano e che prima di incontrare il Monte di Colbordolo mostrano da lontano le cime più lontane e innevate fino a primavera del Monte Catria.
No, non avete le ali di un uccello ma questi panorami, il gioco del vuoto e del pieno di campi coltivati e di raccolti, di paesini sparsi sulle morbide colline che circondano le valli operose e frettolose potete goderli allo stesso modo, semplicemente affacciandovi a destra e sinistra di questa terrazza che parte poco fuori dell’edificio del centro Giovanni Santi di Colbordolo e prosegue fino al lati della navata della Chiesa San Giovanni Battista permettendovi di ricostruire, punto dopo punto, il paesaggio che vi abbiamo descritto e chi vi mostriamo con l’installazione realizzata con il prezioso aiuto di Mario Santini.
Fotografatevi i due lati di questa installazione e poi collimatela sull’orizzonte con il vostro telefono: ritroverete nomi e luoghi sotto la diversa luce del giorno e il cambiamento della stagione. Il lato che guarda la Romagna fino a Pesaro potete confrontarlo con il paesaggio sul lato sinistro della chiesa, il lato che guarda la valle da Pesaro su fino al Montefeltro lo potete confrontare con il paesaggio che si ammira dal fianco destro della chiesa oltre le case di Via Roma.
Un terzo lato di questo immaginario triangolo potete regalarvelo dal castello di Colbordolo con il pannello che vi stiamo preparando e che vi aiuterà a conoscere tutto l’orizzonte del Parco delle Muse e delle Ninfe.
Esistonomodi diversi di guardare un territorio e sicuramente l’immaginazione è imprescindibile per tutti: anche per il geografo, il naturalista, lo storico, il geometra, il poeta, l’antropologo o l’artista.
Il Parco delle Muse e delle Ninfe è un progetto di lettura del territorio, un filtro attraverso cui guardare il paesaggio, cercandodi combinare diversi sguardi, legandoli stretti col filo della immaginazione e della poesia. Non con la fantasia, ma partendodalle tracce lasciate dai tanti personaggi e dalle numerose vicende delle terre di Vallefoglia, che creanocontinui rimandi tra un luogo e l’altro.
A causa della trasformazione del territorio, oggi non siamo in grado di leggere l’ antica armonia, ma essa è rintracciabile in numerosi temi che permettono ogni volta percorsi nuovi, anche attraversando gli stessi luoghi.
Il baricentro del Parcosposta l’attenzione dai due principali centri di Pesaro e Urbino all’area diVallefogliae si espande verso i due estremi della provincia.
Il tema dominante che rende possibile far risuonare l’intera vallatadella sua antica unità è quello delle Muse e delle Ninfe. Le ritroviamo a Pesaro, a Sant’Angelo in Lizzola, a Urbino. Sono muse o ninfe a seconda del contesto culturale. Ma guardando Vallefoglia con i loro occhi è possibile raccontare di terre in cui le attività di umana sapienza, l’ arte, la poesiae la natura hanno trovato un equilibrio ancora oggi percepibile, persino nei luoghi devastati dalla guerra o trasformati dal progresso.
Le rintracciamo dunquenell’arte e nella poesia ma egualmente nella natura: il paesaggio e l’acqua sono stati per questo individuati come ulteriori temi in cui le Ninfe e Muse vivono e si manifestano, permettendo un confronto con chi il paesaggio lo ha osservato e “ritratto” in passato: Mingucci e Liverani.
Sono temidominanti in tutto il territorio ma anche destinati alasciar spazio a molti altri.
Come l’andamento del nastro della musa Clio, la Musa della Storia, di GiovanniSanti , seguiamo il movimento del fiume Foglia e le tracce dell’acqua (in cui le Ninfe vivono), per comprendere come la storia della valle del Foglia muti sì il suo corso e il suo paesaggio, ma trascini con sé riferimenti culturali immortali.
Qui…dove la terra finisce e il mare comincia. Un verso dei Lusitani del poeta Luis Vas De Camoes, dedicato a Cabo de Roca, il punto più a ovest del continente europeo. Il nostro walkscape riprende il verso e ne ribalta la prospettiva, per sottolineare il ruolo di cerniera tra Est ed Ovest della città dell’Adriatico, per secoli uno dei punti più a est della civiltà europea. Scopri il Walkscape sabato 22 dicembre: la partecipazione è gratuita. Il Walkscape accende le Luci di Brindisi nel cartellone della Città a Natale del Comune di Brindisi, organizzato dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi.
Sin ai tempi più antichi Brindisi è stata la tappa finale di un viaggio che proseguiva via mare per giungere in Grecia o nel lontano Oriente. Nel Walkscape scopriamo i luoghi dei viaggi, degli arrivi e delle partenze di turisti, commercianti, imprenditori e grandi personaggi della storia che per uno strano caso sono passati dalla città. Segui il Walkscape su Almaloci.
Tappa 3 Sotto la Colonna “Romana” Foto Mimmo Summa
Ricordando Cicerone Chiarastella Grande Foto Mimmo Summa
Parole e ricordi in piazza Santa Teresa Foto Mimmo Summa
Tappa 3 Le Colonne come fari nel porto
Tappa 3 Le colonne “romane”, un luogo romantico
Ci sono luoghi della nostra città che attraversiamo tutti i giorni o su cui spesso ci soffermiamo ad esaltarne la bellezza, ma sempre a una certa distanza, come se quei luoghi esistessero solo in cartolina. Invece le strade delle città, le pietre, le epigrafi, i panorami riprendono vita percorrendole. E se le interroghiamo con curiosità rivelano ricordi personali che hanno solo bisogno di un piccolo stimolo, di un’occasione condivisa per ritornare a galla, per riconnettersi con la storia di altri cittadini e con la storia della nostra nazione e dell’intera Europa.
Il Walkscape “Brindisi Porto di Pace”, non una visita guidata ai monumenti della città, ma un percorso in 5 tappe per conoscere e raccontare momenti e temi della storia, ha aperto la mattina di sabato 8 dicembre le attività del Comune di Brindisi per il Natale nel cartellone organizzato dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Riguarda il Walkscape qui!
Il Walkscape “Brindisi, Porto di Pace” era stato sperimentato con gli alunni in occasione del progetto Museo per tutti, curato da Giovanna Bozzi e promosso dal Liceo Artistico “E.Simone” di Brindisi con ANISA ed ETRA nel marzo del 2016.
Ritrovarsi in piazza Santa Teresa a verificare le trasformazioni avvenute nell’ultimo secolo, a parlare dei miti di fondazione della città e ricordare le commoventi lettere di Cicerone ai suoi familiari mentre era in fuga da Roma non è “roba da prof” o da antiquari: se siamo interessati alla storia è perché vogliamo contribuire a svelare le dinamiche del presente, in particolare quelle nascoste nei luoghi e raccontate dalle pietre, dai materiali, dalle piccole cose che tralasciamo nella fretta di tutti i giorni. I partecipanti al Walkscape dell’8 dicembre hanno incominciato a delineare un’anima della città che ci proponiamo di accrescere e restituire ai cittadini: guarda cosa dicono nel nostro video!
Il prossimo appuntamento è il 22 dicembre con il tema dei viaggi. Il Walkscape “Brindisi. Dove la terra finisce e il mare comincia” inizierà dal piazzale della Stazione Ferroviaria alle ore 15,00. Vi aspetto! Per info chiamatemi al 3487288029
Brindisi ha disegnato la sua storia intorno al suo caratteristico porto naturale, dalla forma a testa di cervo, da cui deriva il nome stesso della città.
Il Walkscape non poteva che partire da lì, dal porto e dal suo lungomare: “Brindisi Porto di pace” è il titolo del walkscape che ripercorre in cinque tappe un aspetto inedito e da molti ignorato della vicenda di Brindisi. È una storia che percorre come un filo rosso tutta la storia della città dall’antichità fino ai nostri giorni che il turista o il cittadino distratto troppo preso dalla contemplazione del bellissimo panorama a volte non riesce a cogliere.
Chi percorre il Lungomare Regina Margherita, infatti, spesso non si sofferma a osservare e a leggere le tracce e i segni lasciati dal tempo, che ricordano la città come un luogo aperto all’accoglienza, un vero e proprio porto di pace per chi fuggiva dalle persecuzioni, dalla fame e dalla guerra.
Le tappe del percorso:
Piazza Santa Teresa
Via Pasquale Camassa
Piazzetta Colonne
Lungomare Regina Margherita all’altezza della Dogana
Giardini Vittorio Emanuele – Autorità portuale
Nel percorso lungo i luoghi del territorio che videro attiva la dinastia degli Oliva si segnano solo le tappe di borghi scarsamemte abitati. Lo sparpagliato feudo che un tempo apparteneva ai conti Oliva, comprendeva comuni della Romagna e delle Alte Marche. E’ un viaggio a ritroso, alla scoperta di un territorio che fu teatro delle vicende di una stirpe di condottieri e mecenati.
Il walkscape è inserito in un progetto di ricerca, relativo ai paesi abbandonati o scarsamente abitati, nella provincia di Pesaro Urbino. Lo sparpagliato feudo che un tempo apparteneva ai conti Oliva, comprendeva comuni della Romagna e delle Alte Marche (Piagnano, Lupaiolo, Monastero, Pietracavola, San Sisto, Viano, Piandimeleto, Campo, Petrella Guidi, Antico, Soanne).
Il percorso riguarda alcuni borghi della provincia di Pesaro Urbino: Piagnano di Sassocorvaro, originaria residenza castellare della famiglia Oliva, Monastero di Piandimeleto e l’abbazia di Santa Maria del Mutino, ove alcuni membri della casata furono abati commendatari per quasi un secolo e la cappella di famiglia nel convento di Montefiorentino a Frontino. E’ un viaggio a ritroso, alla scoperta di un territorio che fu teatro delle vicende di una stirpe di condottieri e mecenati.
Qui potete trovare tre viste a 360° di luoghi normalmente chiusi al pubblico o che acquistano nuovo interesse con una inquadrutura “sferica”.
A Pesaro in un pur breve periodo dall’inizio estate si può godere del tramonto sul mare ed è stato segnalato un punto sul molo del porto.
E’ una esperienza piacevole, ma diventa anche curiosa, se aiuta a vedere ciò che può si può raccontare anche aldilà dell’immediatamente visibile.
Un walkscape speciale pensato per i più pigri: un giro girotondo intorno a se stessi, nelle quattro direzioni per scoprire il paesaggio che va dal San Bartolo all’Ardizio e la storia degli eventi che hanno segnato le albe e i tramonti di questa parte del mare Adriatico e la città che vi si affaccia.
Il walkscape si giova di una ripresa a 360 gradi sui cui sono appuntate in mare, in terra, in cielo le immagini su cui impostare il nostro racconto nel tempo e nello spazio.
Non abbiamo volutamente legato il walkscape ad una visione immersiva: persi dentro le immagine correreste il rischio di finire in mare. Meglio girare l’inquadratura sul vostro telefono e farla collimare con l’orizzonte e i punti cardinali.
Per chi si vuole immergere nella vista della città e del molo all’alba e al tramonto ecco due immagini che potete osservare con una Cardoboard: scoprirete dove si alza e posa il sole alla fine del mese di Giugno in quel di Pesaro.
Nella Pinacoteca civica di Fano sono conservati, tra altre opere e reperti, i ritratti di alcuni nobili fanesi.
Da qui parte un percorso di immagini che lega luoghi antichi o frammenti incastonati in edifici trasformati dalla storia. Tutti insieme raccontano come la città si sia modificata grazie all’ingegno o alla generosità di famiglie per lo più estinte, ma ancora vive nella memoria di Fano.
I percorsi possibili sono tanti: le tappe sono segnate, ma la sequenza non è rigida: anzi, le relazioni sono tante e profonde, così che da ogni tappa è possibile iniziare o ripartire.
Potete percorrere il Walkscape da soli alla scoperta dei tanti tesori nascosti della città adriatica partendo da questa pagina.
Nella pagina vi offriamo tre scorci con immagini tridimensionali (navigabili anche con visori 360° tipo Cardboard) dei luoghi che vedono protagoniste le famiglie nobiliari fanesi e i loro legami con la città.
Pesaro è la città della musica e Rossini che vi ha trovato i natali identifica Pesaro in tutto il mondo.
la città però ha una vocazione molto più antica ed anche molto diversificata: dalla musica antica a quella popolare, dalla lirica a quella contemporanea.
Dodici tappe per accennare a questi ambiti, per parlare di musica, di storie, e di grandi trasformazioni della città anche attraverso la musica. Potete iniziare il walkscape partendo da questa pagina di Almaloci.
Qui sotto potete scoprire tre sale del Conservatorio Rossini da visitare in modalità virtuale… sia facendo scorrere dita e mouse sullo schermo sia immergendovi nell’ambiente con un visore a 360° come Google Cardboard. (Foto di Settimio Perlini)
la Galleria degli uomini e donne illustri pesaresi (1763)
affrescata sia dal Lazzarini stesso che dai suoi allievi
La sala ambisonica nella sede del LEMS, laboratorio di musica elettronica. L’immagine 360 ha alcune anomalie di ripresa, sarà sostituita da una diversa ripresa di migliore qualità. Utilizzatela come una anteprima “immersiva”.
La biblioteca Oliveriana nasce con la donazione dei preziosi manoscritti, libri rari e pergamene nel 1756. A questa donazione seguono quella di Giovan Battista Passeri e di molti altri.
Da Palazzo Olivieri, la biblioteca e il museo vengono spostati nel 1892 dentro palazzo Almerici, dove si trovano attualmente .
Il circolo di intellettuali che si forma intorno alla bilbioteca porta a Pesaro personalità di spicco nel campo letterario, scientifico, filosofico e artistico.
Ancora oggi costituisce il nucleo non solo della storia della città, ma anche della viviacità culturale della ricerca storica da parte di specialisti e appassionati.
Questa scheda fa parte del Walkscape “Cultura e informazione a Pesaro dai primi tipografi e librai” a cui potete accedere cliccando qui.
Qui sopra una vista della sala centrale e più sotto tre immagini a 360° (visibili anche con Cardboard) della sala stessa e di una delle aule per la lettura e la conservazione e infine la grande scala di accesso che raccoglie una serie di bassorilievi.
L’archivio di Stato viene istituito nel 1955 e viene collocato nel moderno palazzo progettato dall’architetto Francioni nel 1978. E’ un luogo frequentato da chi necessita di consultare mappe, documenti d’archivio, non sempre semplici da leggere e utilizzare. I magazzini hanno il fascino delle altre biblioteche: sono pieni di carte piegate, arrotolate. Ma l’archivio costituisce una raccolta fondamentale per chi vuole orientarsi tra mappe e documenti che aiutino a collocare esattamente fatti e luoghi della storia di Pesaro.
Questa scheda fa parte del Walkscape “Cultura e informazione a Pesaro dai primi tipografi e librai” a cui potete tornare cliccando qui.
Qui vediamo una vista dell’interno e più sotto ancora due immagini navigabili a 360° anche con Visore apposito.
L’11 novembre 1418 il consiglio del castello di Fermignano e delle Ville circostanti nel piano più alto della torre.
Il castello – con la strada maggiore, sette vicoli e tre piazzette prende forma. Il paese è fornito di Mura nelle quali si aprono due porte.
Il paese di Fermignano, sin dalla sua fondazione è stato sempre alle dipendenze di Urbino e solo nel1818 viene solennemente insediato il primo consiglio comunale di Fermignano. La città si sviluppa intorno al fiume Metauro, che segna tanta parte delle sue trasformazioni economiche.
Il walkscape “Sette Vicoli e Tre Piazze” è un modo per riscoprire le radici della storia e della tradizione di Fermignano leggendone i segni e le testimonianze ignote persino ai suoi cittadini: vecchie travi, strane porte, tracce di pietra e testimonianze di un’era industriale che si è rinnovata con altri prodotti fuori dal nucleo storico.
Una vista completamente nuova che si avvale della documentazione della Biblioteca Oliveriana, della testimonianza dei cittadini e di storici come Giulio Finocchi che hanno permesso a Etra, Antonella Micaletti e Emanuela Ivaldi di creare un racconto che può arricchirsi ad ogni percorso.
Montelabbate sorge su un territorio fertile, che permette oggi una lettura molto interessante dello sviluppo del territorio da un punto di vista agricolo e industriale, e testimonia momenti di storia e d’arte di grande rilievo.
Tale visione è frammentata e poco leggibile, perché il paese si trova su una via di percorrenza di origine antica ma oggi così veloce da non permettere una lettura adeguata, privandolo negli anni della sua forte identità culturale.
I segni sono però ancora presenti ed è possibile legarli attraverso una o più storie, guardando con attenzione i particolari e intrecciando documenti e leggende. Il filo rosso è rappresentato dal fiume, poco visibile, ma vero humus del territorio.
Il Walscape parte dall’Abbadia di San Tommaso in foglia che rappresenta il luogo di fondazione di Montelabbate.
Oggi è non visibile dalla strada Montelabbatese che collega Pesaro e Urbino e dal piazzale antistante la vista si apre al grande centro commerciale dell’Apsella e al traffico di auto e camion: sembra marginale e isolata, ma una volta era un centro importante per la vita spirituale ed economica del territorio. Intorno si trovano frammenti importanti un po accatastati della stratificazione del luogo ricco di storia e di leggende.
In epoca romana il luogo era percorso da una strada di collegamento tra la costa e le zone dell’interno, per esempio Pesaro e Urbino, prolungando il decumanus maximus della città. Una ipotesi è che in precedenza fosse sulla strada di un cammino dei Templari verso la Terra Santa.
Allora come oggi il confine tra le due diocesi era segnato dal torrente Apsa, che scorre appena sotto le mura dell’Abbadia.
Attorno al 980 venne costruito un monastero benedettino che seguivano la regola riformata di Cluny. I monaci vennero attratti dalla fertilità del terreno, dovuta alla confluenza del torrente Apsa, del fosso Apsella e del fiume Isaurus (il Foglia). Nel corso di alcuni secoli divenne un luogo ricco e potente grazie a do nazioni e agevolazioni e si ampliò fino ad attirare una comunità di persone che cercavano lavoro.